E’ stata scoperta una tecnica per evitare che le cellule embrionali scatenino delle forme tumorali. Questo fa sì che le embrionali possano essere utilizzate più tranquillamente nella ricerca medica e scientifica
Su Nature Biotechnology sono stati pubblicati i risultati di una ricerca condotta in Australia. Si tratta di uno studio, coordinato da Martin Pera, dell'Australian Stem Cell Centre di Melbourne, che rappresenta il superamento di un importante ostacolo nello sviluppo della tecnologia di utilizzo delle cellule staminali embrionali. E’ stata cioè messa a punto una tecnica che permette di evitare che le cellule staminali possano dare origine a tumori, si potrà insomma utilizzare più tranquillamente le cellule immature di origine embrionale. In qualche modo questa è una risposta a quanti ritengono che le cellule di questo tipo siano instabilità e che per questo sarebbe meglio interrompere la ricerca basata sulle staminali embrionali.
Il gruppo di ricerca australiano è affiancato da scienziati del Monash Institute of Medical Research: insieme hanno scoperto in quale maniera un marker cellulare, il CD30, presente in tutte le cellule staminali embrionali, si modifica quando le cellule sviluppano anomalie. Tale scoperta consentirà di identificare quali cellule staminali iniziano a sviluppare le anomalie antecedenti alla fase cancerosa. Pera in un’intervista tv ha affermato che questo "Non significa che abbiamo raggiunto il controllo, ma abbiamo composto un gran pezzo del puzzle. Almeno possiamo vedere che la cellula sta mutando e possiamo chiederci cosa vi sia nella coltura che causa la mutazione. Lo sviluppo è significativo perché chi si oppone alla ricerca con staminali embrionali spesso cita il fatto che gli scienziati non hanno controllo sullo sviluppo delle cellule, e che molte di queste possano sviluppare tumori".
Fonte: Salute-Ambiente
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