14 marzo 2006

Nanoparticelle riparano traumi cerebrali

Un nuovo approccio alla cura dei traumi cerebrali è stato sperimentato con successo sui criceti da ricercatori del Massachusetts Institute of Technology di Boston coordinati da Rutledge Ellis-Behnke. I danni cerebrali resentano notevoli ostacoli alla loro cura, sia per la presenza di tessuto da cicatrici che per la formazione di grandi vuoti nel tessuto cerebrale, tali da rendere difficile l'uso di metodi convenzionali chirurgici. Il nuovo approccio cerca di aggirare questi ostacoli grazie alla nanotecnologia.

Dopo aver interrotto un tratto nervoso legato al circuito visivo in criceti adulti e giovani, i ricercatori hanno iniettato negli animali una soluzione con nanoparticelle. Queste particelle, di dimensioni microscopiche, hanno la capacità di organizzarsi da sole in fibre simili a quelle che esistono nello spazio intracellulare e che tengono assieme i tessuti. La sostanza iniettata quindi ha formato una sorta di sostegno che ha permesso la ricrescita delle connessioni cerebrali. In questo modo i criceti sono tornati a vedere.

Le nanoparticelle poi si sono a poco a poco degradate in sostanze chimiche non dannose per l'organismo e sono state espulse attraverso l'urina. Secondo gli esperti, potrebbero servire in interventi di chirurgia cerebrale ricostruttiva anche negli esseri umani.

Fonte: Città della scienza

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