
Le nostre impronte digitali, l’iride, la forma del viso, il nostro odore, saranno presto contenuti in un minuscolo chip in grado di dire, e garantire, chi siamo. E per farci accedere in aree protette, o superare rigidi controlli, anche soltanto con uno sguardo... Tutto questo riguarda la biometria, disciplina che studia come rivoluzionare la nostra vita pubblica. E privata. Ne parla diffusamente l'ultimo numero del mensile Newton, che offre un'ampia trattazione delle nuove tecniche di identificazione.

E non c'è solo la biometria «fisica», c'è anche quella comportamentale, che prende in esame altri aspetti, come per esempio la grafia, la voce, l’andatura. Questi ultimi metodi sono più soggetti a errore, in quanto le caratteristiche comportamentali di un essere umano non sono misurabili in maniera univoca, ma sono facilmente soggette a variazioni nel tempo e a modificazioni di stato.
La biometria può semplificarci la vita, eliminando le code e aiutandoci a proteggere meglio i nostri beni e la nostra stessa identità. E può diventare una potente arma contro problemi in crescita esponenziale come il furto di identità. Ma dovrà anche affrontare il problema della privacy e dell'accessibilità dei nostri dati biologici.
Fonte: Corriere della Sera
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