07 marzo 2006

Biometria: l'era dell'identità digitale

Sul prossimo numero del mensile Newton un ampio servizio sulle nuove tecniche di identificazione che ci cambieranno la vita

Le nostre impronte digitali, l’iride, la forma del viso, il nostro odore, saranno presto contenuti in un minuscolo chip in grado di dire, e garantire, chi siamo. E per farci accedere in aree protette, o superare rigidi controlli, anche soltanto con uno sguardo... Tutto questo riguarda la biometria, disciplina che studia come rivoluzionare la nostra vita pubblica. E privata. Ne parla diffusamente l'ultimo numero del mensile Newton, che offre un'ampia trattazione delle nuove tecniche di identificazione.

Non si tratta di fantascienza ma di scienza già disponibile nella vita reale. Qualche esempio? All’aeroporto londinese di Heathrow i viaggiatori assidui evitano le code ai controlli di frontiera grazie a un apparecchio che attraverso il riconoscimento dell’iride identifica le persone senza possibilità di errore. Lungo la frontiera tra Israele e Gaza ogni giorno migliaia di pendolari varcano i controlli di sicurezza. Molti di questi sono in possesso di una carta elettronica che contiene al suo interno i dati caratteristici del volto e della geometria della mano. In apposite cabine i titolari di questi speciali documenti mostrano la tessera e lasciano che telecamere e sensori rilevino le caratteristiche del proprio corpo. Il sistema, confrontando i dati sulla carta e quelli presi dal vivo, accerta definitivamente che chi mostra il documento ne sia il reale proprietario.

E non c'è solo la biometria «fisica», c'è anche quella comportamentale, che prende in esame altri aspetti, come per esempio la grafia, la voce, l’andatura. Questi ultimi metodi sono più soggetti a errore, in quanto le caratteristiche comportamentali di un essere umano non sono misurabili in maniera univoca, ma sono facilmente soggette a variazioni nel tempo e a modificazioni di stato.

La biometria può semplificarci la vita, eliminando le code e aiutandoci a proteggere meglio i nostri beni e la nostra stessa identità. E può diventare una potente arma contro problemi in crescita esponenziale come il furto di identità. Ma dovrà anche affrontare il problema della privacy e dell'accessibilità dei nostri dati biologici.

Fonte: Corriere della Sera

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