Un nuovo concept che inserisce dei processori di segnale nelle stanghette degli occhiali potrebbe trasformare il mondo degli ausili pensati per gli ipo-udenti. Sul mercato entro pochi giorni.
Amsterdam - È di certo troppo parlare di rivoluzione ma chi conosce i problemi degli attuali ausili di supporto agli ipo-udenti non ci impieghierà molto a comprendere l'interesse suscitato da una ricerca olandese, culminata in un nuovo ambizioso dispositivo: l'occhiale che "ascolta".
Gli speciali occhiali Varibel, che prendono il nome dalla società che li commercializza, contengono degli apparati studiati per elaborare il suono in modo molto più avanzato di quanto sia possibile con le tradizionali protesi fin qui utilizzate: all'amplificazione e selezione dei suoni si aggiunge un alto grado di individuazione delle fonti del suono e analisi delle tonalità e della direzione del suono stesso.
L'utilizzo di sensori di rilevazione sulle stanghette, ovvero minuscoli microfoni controllati dal microsistema elettronico contenuto nell'occhiale, consente, ad esempio, di "valorizzare" i suoni che provengono dalla direzione verso cui si sta guardando ("direction sensitivity"): in un locale affollato questo consente, ad esempio, di ridurre moltissimo i disturbi provenienti dall'intero locale "focalizzando l'attenzione" su chi ci si trova dinanzi. Inoltre l'analisi delle tonalità usate da ciascuno, ad esempio, in un consesso di più persone, consente a chi indossa questi dispositivi a "scegliere" chi ascoltare e quando, sottraendosi al rumore di fondo tipico di molte strumentazioni di supporto.
Ma questa sono solo alcune delle possibili applicazioni della tecnologia di Delft realizzate dagli scienziati dell'Università olandese che per primi hanno dato vita ai nuovi occhiali: Varibel li ha trasformati in un prodotto commerciale grazie alla partnership di una serie di altre entità, operatori del settore elettronico e specialisti degli occhiali. Una ricerca ritenuta così importante da ricevere il finanziamento del Ministero olandese della Ricerca.
Le batterie degli occhiali possono essere ricaricate con facilità a casa, lasciando gli occhiali nell'apposita slitta collegata alla rete elettrica.
I nuovi occhiali saranno in vendita in Olanda entro pochi giorni.
Fonte: Punto Informatico
Amsterdam - È di certo troppo parlare di rivoluzione ma chi conosce i problemi degli attuali ausili di supporto agli ipo-udenti non ci impieghierà molto a comprendere l'interesse suscitato da una ricerca olandese, culminata in un nuovo ambizioso dispositivo: l'occhiale che "ascolta".
Gli speciali occhiali Varibel, che prendono il nome dalla società che li commercializza, contengono degli apparati studiati per elaborare il suono in modo molto più avanzato di quanto sia possibile con le tradizionali protesi fin qui utilizzate: all'amplificazione e selezione dei suoni si aggiunge un alto grado di individuazione delle fonti del suono e analisi delle tonalità e della direzione del suono stesso.
L'utilizzo di sensori di rilevazione sulle stanghette, ovvero minuscoli microfoni controllati dal microsistema elettronico contenuto nell'occhiale, consente, ad esempio, di "valorizzare" i suoni che provengono dalla direzione verso cui si sta guardando ("direction sensitivity"): in un locale affollato questo consente, ad esempio, di ridurre moltissimo i disturbi provenienti dall'intero locale "focalizzando l'attenzione" su chi ci si trova dinanzi. Inoltre l'analisi delle tonalità usate da ciascuno, ad esempio, in un consesso di più persone, consente a chi indossa questi dispositivi a "scegliere" chi ascoltare e quando, sottraendosi al rumore di fondo tipico di molte strumentazioni di supporto.
Ma questa sono solo alcune delle possibili applicazioni della tecnologia di Delft realizzate dagli scienziati dell'Università olandese che per primi hanno dato vita ai nuovi occhiali: Varibel li ha trasformati in un prodotto commerciale grazie alla partnership di una serie di altre entità, operatori del settore elettronico e specialisti degli occhiali. Una ricerca ritenuta così importante da ricevere il finanziamento del Ministero olandese della Ricerca.
Le batterie degli occhiali possono essere ricaricate con facilità a casa, lasciando gli occhiali nell'apposita slitta collegata alla rete elettrica.
I nuovi occhiali saranno in vendita in Olanda entro pochi giorni.
Fonte: Punto Informatico
Nessun commento:
Posta un commento