Cambridge (USA) - Una ricercatrice del MIT Media Lab, Rana El Kaliouby, ha sviluppato un piccolo apparecchio portatile che riesce ad analizzare ed individuare con precisione il significato delle espressioni facciali di un interlocutore: se questo si annoia, il dispositivo vibra ed avverte l'utente. Una tecnologia prettamente biometrica, nata da una "necessità delle persone con problemi di tipo autistico", dice El Kaliouby.
"I soggetti affetti da questo tipo di disturbo soffrono moltissimo quando non riescono a capire le emozioni dei propri interlocutori", dice la ricercatrice, "ed è molto triste, perché molte persone evitano di comunicare con gli autistici". L'isolamento della condizione autistica, infatti, innalza una enorme barriera in qualsiasi tipo di comunicazione interpersonale.
L'invenzione di El Kaliouby riesce invece a spezzare il muro dell'autismo e "capta" l'umore dell'interlocutore. Un sofisticato software di riconoscimento facciale, collegato ad una piccola telecamera, costituisce il cuore di questa interessante tecnologia: attraverso l'analisi matematica di varie misure, come ad esempio la distanza tra sopracciglia o l'apertura delle labbra, un apposito algoritmo riesce ad estrapolare un giudizio emotivo su ogni particolare espressione.
Il margine d'errore è ancora alto, in quanto si tratta soltanto di un prototipo, ma nel 64% dei casi l'apparecchio dà risultati positivi ed identifica noia, allegria, sgomento, interesse, fatica, tristezza, concentrazione, paura, sorpresa e disgusto. A breve, Rana El Kaliouby inizierà la sperimentazione di questo strumento, soprannominato sensore emotivo, in previsione di una sua ampia commercializzazione.
Fonte: Punto informatico
"I soggetti affetti da questo tipo di disturbo soffrono moltissimo quando non riescono a capire le emozioni dei propri interlocutori", dice la ricercatrice, "ed è molto triste, perché molte persone evitano di comunicare con gli autistici". L'isolamento della condizione autistica, infatti, innalza una enorme barriera in qualsiasi tipo di comunicazione interpersonale.
L'invenzione di El Kaliouby riesce invece a spezzare il muro dell'autismo e "capta" l'umore dell'interlocutore. Un sofisticato software di riconoscimento facciale, collegato ad una piccola telecamera, costituisce il cuore di questa interessante tecnologia: attraverso l'analisi matematica di varie misure, come ad esempio la distanza tra sopracciglia o l'apertura delle labbra, un apposito algoritmo riesce ad estrapolare un giudizio emotivo su ogni particolare espressione.
Il margine d'errore è ancora alto, in quanto si tratta soltanto di un prototipo, ma nel 64% dei casi l'apparecchio dà risultati positivi ed identifica noia, allegria, sgomento, interesse, fatica, tristezza, concentrazione, paura, sorpresa e disgusto. A breve, Rana El Kaliouby inizierà la sperimentazione di questo strumento, soprannominato sensore emotivo, in previsione di una sua ampia commercializzazione.
Fonte: Punto informatico
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