29 giugno 2006

Ricercatori italiani fanno «ricrescere» nervi

Antonio Iavarone e Anna Lasorella, che lavorano a New York, hanno ottenuto per la prima volta la rigenerazione degli «assoni»

NEW YORK - Ricercatori italiani hanno dimostrato per la prima volta una connessione tra i meccanismi che promuovono la crescita dei tumori e quelli che stimolano la rigenerazione delle fibre nervose. Il loro studio verrà pubblicato domani sulla prestigiosa rivista Nature. Antonio Iavarone e Anna Lasorella, che lavorano alla Columbia University di New York, in particolare, sono riusciti a «far ricrescere» in laboratorio fibre nervose la cui crescita era stata bloccata.

«E' qualcosa di completamente inatteso e sorprendente» spiega Antonio Iavarone. «Il nostro interesse era quello di approfondire la conoscenza di alcune proteine della famiglia "Id" già note per la loro capacità di promuovere la crescita delle cellule staminali durante il periodo fetale, ma anche per la possibilità, a elevate concentrazioni, di conferire caratteristiche di malignità ad alcuni tumori infantili del sistema nervoso». Questa proteina,invece, nelle cellule nervose mature normali è continuamente distrutta da un enzima chiamato APC (Anaphase Promoting Complex) e quindi non si accumula. «In laboratorio noi abbiamo provato a inserire una forma modificata di Id2, resistente questo enzima in cellule nervose trattate con la sostanza che normalmente ne inibisce la crescita nota come mielina» spiega Iavarone. «E abbiamo constatato una incredibile ricrescita degli assoni, i filamenti che trasferiscono le informazioni (sotto forma di segnali elettrici) tra le cellule nervose oppure dalle cellule nervose agli altri tessuti, per esempio i muscoli». «Dal punto di vista scientifico si tratta di una scoperta sensazionale,perché ora si apre la prospettiva di riprogrammare le cellule nervose e far crescere gli assoni usando la forma modificata di Id2».

La scoperta potrebbe quindi aprire nuove possibilità per il trattamento delle lesioni del midollo spinale? «Dev'essere chiaro che non abbiamo un nuovo farmaco per la cura dei medullolesi» precisa Iavarone, «Ma dal punto di vista speculativo è certamente un progresso di rilievo. Anche perché finora erano andati incontro a fallimenti praticamente tutti i tentativi di far ricrescere gli assoni, perché la mielina, cioè la sostanza di cui gli assoni sono rivestiti, ha una funzione inibitoria su questa ricrescita, e invece la proteina che abbiamo utilizzato è insensibile a questo effetto».

Nessun pericolo di indurre tumori? «E' chiaro che per affermarlo con certezza sarebbe necessario provare questo metodo in vivo su molti pazienti. Per ora possiamo solo dire che non abbiamo notato anomalie nei tessuti che abbiamo trattato. Ma è chiaro che se la Id2 è dotata di simili effetti una sua eventuale applicazione dovrà essere sottoposta a scrupolose verifiche».

Fonte: Corriere della Sera

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