ROMA - L'autoriparazione del sistema nervoso dopo un ictus sembra possibile, almeno negli animali, con un piccolo "aiutino" dall'esterno che induce le cellule staminali neurali a formare nuove cellule nervose riparatrici della lesione.
Secondo quanto riferito sulla rivista Nature, da un gruppo di ricercatori americani, l'infusione di una molecola-interruttore nel cervello di topolini colpiti da ictus è riuscita ad attivare un processo di autoriparazione del sistema nervoso scongiurando i problemi motori tipici che avvengono inesorabilmente dopo un'ischemia cerebrale. E così, ha spiegato Ronald McKay del National Institute of Neurological Disorders and Stroke, Bethesda, nel cervello dei topolini utilizzati nell'esperimento si è avuto un aumento considerevole della formazione di nuove cellule, generate dalla attivazione delle staminali nervose indotto dalla somministrazione della sostanza-interruttore.
Il traguardo raggiunto dagli scienziati americani è importantissimo in quanto mostra la possibilità di stimolare dall'esterno le cellule staminali adulte normalmente presenti nel nostro corpo inducendole a riparare un danno. Negli ultimi anni non sono stati pochi i risultati collezionati da gruppi di ricerca di tutto il mondo nei primi tentativi di laboratorio di rigenerate tessuti o organi usando cellule staminali. Ma si lavora alacremente anche allo sviluppo di terapie che inducano le nostre riserve di staminali adulte a riparare un tessuto danneggiato. Ciò per esempio si comincia a sperimentare sui pazienti con deficit funzionali cardiaci grazie alla scoperta di staminali cardiache. Anche il cervello ha la propria riserva di staminali adulte ma finora per curare malattie neurodegenerative il grosso del lavoro si concentra soprattutto su esperimenti di trapianto cellulare. La strada percorsa dagli scienziati di Bethesda aveva l'obiettivo di indurre un processo di autoriparazione dopo un ictus che di norma negli uomini causa morte dei neuroni e conseguenti problemi funzionali, spesso motori o linguistici.
Usando il modello sperimentale di un ictus nei topolini i ricercatori hanno cercato di attivare dall'esterno le cellule staminali neurali, somministrando agli animali per infusione una molecola che accende il recettore Notch delle cellule staminali stesse. Questo recettore è un interruttore cruciale per la sopravvivenza delle cellule staminali sia adulte sia dell'embrione.
Attivando Notch, gli esperti hanno assistito ad un aumento consistente di nuove cellule nervose nelle aree cerebrali colpite da ischemia e in corrispondenza di ciò i topolini non hanno mostrato i segni clinici dell'ictus, quindi non hanno manifestato deficit motori altrimenti inevitabili.
"Questi dati indicano che l'espansione delle cellule staminali in provetta e in vivo, due obiettivi centrali nella medicina rigenerativa, può essere raggiunta attraverso l'attivazione di Notch", ha dichiarato McKay. Ipoteticamente un giorno potrebbe essere possibile somministrare farmaci di "primo soccorso" dopo un ictus o un infarto per indurre processi autoriparativi ed evitare i danni che seguono a questi incidenti vascolari.
Fonte: Ansa
Secondo quanto riferito sulla rivista Nature, da un gruppo di ricercatori americani, l'infusione di una molecola-interruttore nel cervello di topolini colpiti da ictus è riuscita ad attivare un processo di autoriparazione del sistema nervoso scongiurando i problemi motori tipici che avvengono inesorabilmente dopo un'ischemia cerebrale. E così, ha spiegato Ronald McKay del National Institute of Neurological Disorders and Stroke, Bethesda, nel cervello dei topolini utilizzati nell'esperimento si è avuto un aumento considerevole della formazione di nuove cellule, generate dalla attivazione delle staminali nervose indotto dalla somministrazione della sostanza-interruttore.
Il traguardo raggiunto dagli scienziati americani è importantissimo in quanto mostra la possibilità di stimolare dall'esterno le cellule staminali adulte normalmente presenti nel nostro corpo inducendole a riparare un danno. Negli ultimi anni non sono stati pochi i risultati collezionati da gruppi di ricerca di tutto il mondo nei primi tentativi di laboratorio di rigenerate tessuti o organi usando cellule staminali. Ma si lavora alacremente anche allo sviluppo di terapie che inducano le nostre riserve di staminali adulte a riparare un tessuto danneggiato. Ciò per esempio si comincia a sperimentare sui pazienti con deficit funzionali cardiaci grazie alla scoperta di staminali cardiache. Anche il cervello ha la propria riserva di staminali adulte ma finora per curare malattie neurodegenerative il grosso del lavoro si concentra soprattutto su esperimenti di trapianto cellulare. La strada percorsa dagli scienziati di Bethesda aveva l'obiettivo di indurre un processo di autoriparazione dopo un ictus che di norma negli uomini causa morte dei neuroni e conseguenti problemi funzionali, spesso motori o linguistici.
Usando il modello sperimentale di un ictus nei topolini i ricercatori hanno cercato di attivare dall'esterno le cellule staminali neurali, somministrando agli animali per infusione una molecola che accende il recettore Notch delle cellule staminali stesse. Questo recettore è un interruttore cruciale per la sopravvivenza delle cellule staminali sia adulte sia dell'embrione.
Attivando Notch, gli esperti hanno assistito ad un aumento consistente di nuove cellule nervose nelle aree cerebrali colpite da ischemia e in corrispondenza di ciò i topolini non hanno mostrato i segni clinici dell'ictus, quindi non hanno manifestato deficit motori altrimenti inevitabili.
"Questi dati indicano che l'espansione delle cellule staminali in provetta e in vivo, due obiettivi centrali nella medicina rigenerativa, può essere raggiunta attraverso l'attivazione di Notch", ha dichiarato McKay. Ipoteticamente un giorno potrebbe essere possibile somministrare farmaci di "primo soccorso" dopo un ictus o un infarto per indurre processi autoriparativi ed evitare i danni che seguono a questi incidenti vascolari.
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