Sarà la scienza che fu di Euclide a decifrare e descrivere le infinte variazioni tra persona e persona
Le differenze tra gli uomini? Sarà la matematica a scoprirle, codificando in formule i segreti dei geni. Ma per svelare le ripercussioni di una mutazione e capire come l'organismo si riorganizza, serve una «nuova» matematica. Questa la conclusione di «Models and methods for human genomics», conferenza organizzata dalla Federazione Italiana di Matematica Applicata (Fima) a Champoluc (Aosta), per mettere intorno a un unico tavolo scienziati dei numeri, informatici, medici e biologi. «La nuova matematica deve avere la capacità di studiare i sistemi viventi, molto dinamici e in grado di autorganizzarsi, e concetti tradizionali non sono in grado di trasformare in modelli teorici — spiega Roberto Tadei, presidente Fima —. Le leggi classiche non bastano più: gli stessi matematici devono mettersi in discussione e trovare nuovi paradigmi». Diverse ricerche degli ultimi anni sono già espressione di questa esigenza.
Per esempio partendo dallo studio dei fenomeni a livello genomico, è stato sviluppato un modello matematico che descrive e simula il comportamento delle cellule. Un altro modello è stato formulato per individuare e visualizzare la struttura tridimensionale delle proteine: una scoperta importante perché è proprio la struttura tridimensionale delle proteine a determinarne la funzione. Alla conferenza di Champoluc è stato presentato un inedito approccio bioinformatico che consente innanzitutto di analizzare quello 0,2% di genoma umano che differenzia un individuo da un altro, e poi di confrontare dati genomici con dati clinico-patologici di pazienti colpiti da un tumore, fornendo così nuovi metodi di prognosi.
Per esempio partendo dallo studio dei fenomeni a livello genomico, è stato sviluppato un modello matematico che descrive e simula il comportamento delle cellule. Un altro modello è stato formulato per individuare e visualizzare la struttura tridimensionale delle proteine: una scoperta importante perché è proprio la struttura tridimensionale delle proteine a determinarne la funzione. Alla conferenza di Champoluc è stato presentato un inedito approccio bioinformatico che consente innanzitutto di analizzare quello 0,2% di genoma umano che differenzia un individuo da un altro, e poi di confrontare dati genomici con dati clinico-patologici di pazienti colpiti da un tumore, fornendo così nuovi metodi di prognosi.
«Servono strumenti, cioè modelli matematici, per l'interpretazione teorica dei fenomeni che si possono studiare a livello del Dna — precisa Tadei — ma anche algoritmi e metodi di calcolo: per questo alla matematica è necessario affiancare bioinformatica e statistica». Negli ultimi anni la scienza biologica unita alla scienza dei computer ha permesso di analizzare le sequenze dei geni e delle proteine ed anche di iniziare a gestire questi dati: gli sforzi si sono concentrati finora sul «cosa c'è» e adesso si vuole comprendere il «come funziona». Intenti che richiedono un'alleanza tra le diverse discipline e che saranno espressi nella Carta di Champoluc, il documento che la Fima sta preparando. «Questa collaborazione interdisciplinare è sempre più sentita — conclude Tadei — e sta portando alla nascita di istituti interdisciplinari ma anche allo sviluppo di parchi scientifici e biotecnologici come il Bioindustry Park Canavese in Piemonte, per poter, un domani, trasferire le nuove conoscenze a imprese d'avanguardia nel settore biotecnologico».
Fonte: Corriere della Sera
Fonte: Corriere della Sera
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