Un computer in grado di rispondere agli stati emotivi di chi lo utilizza. Sarà presentato il prossimo marzo al Cebit
BERLINO - Il lavoro al computer rende spesso nervosi e crea frustrazione, tantopiù se non si ha grande confidenza con programmi e applicazioni varie. Non è raro infatti che, trovandosi di fronte alle incomprensibili dinamiche del cervellone elettronico, chi utilizza il Pc arrivi perfino a odiare tale strumento, al punto da desiderare addirittura di farlo a pezzi.
FRUSTRAZIONE ADDIO - Presto però, grazie al lavoro dei ricercatori del Fraunhofer Institute for Computer Graphics Research, avremo a disposizione computer che saranno in grado di sentire il nostro stato d’animo e “venirci incontro” prima che la rabbia prenda il posto della frustrazione. Tutto ciò sarà possibile grazie a speciali equipaggiamenti (dei guanti “sensibili”, una videocamera per rilevare la postura, sensori vari per altri rilevamenti) attraverso i quali il nuovo computer delle emozioni – che sarà presentato all’edizione 2006 del CeBIT, il prossimo marzo - potrà registrare il battito cardiaco, la pressione sanguigna, la temperatura corporea o la frequenza del respiro di chi in quel momento è seduto di fronte al monitor, e in base a tali dati stabilire poi quale sia il suo umore. Così, attraverso l’analisi dello stato emotivo, l’assistente digitale sarà in grado di collaborare con l’utente rispondendo alle sue richieste in modo mirato - a seconda del maggiore o minore livello di stress rilevato - portandolo alla rapida risoluzione di problemi ed errori.
INTERAZIONE ANTISTRESS - Gli esperti ritengono che l’interazione “emotiva” con la macchina metta a proprio agio l’individuo, rendendolo più sicuro di sé. In questo caso, quindi, la capacità di seguire e analizzare passo dopo passo l’attività dell’utilizzatore permetterà al computer di “salvarsi la pelle” - evitando che mouse, tastiere e quant’altro finiscano scaraventati a terra durante un eccesso d’ira - ma al tempo stesso consentirà all’utente di comprendere più a fondo il funzionamento di hardware e software. La maggiore conoscenza porterà quindi a commettere meno errori e, di conseguenza, a non desiderare l’annientamento del povero, sensibile Pc.
Fonte: Corriere della Sera
BERLINO - Il lavoro al computer rende spesso nervosi e crea frustrazione, tantopiù se non si ha grande confidenza con programmi e applicazioni varie. Non è raro infatti che, trovandosi di fronte alle incomprensibili dinamiche del cervellone elettronico, chi utilizza il Pc arrivi perfino a odiare tale strumento, al punto da desiderare addirittura di farlo a pezzi.
FRUSTRAZIONE ADDIO - Presto però, grazie al lavoro dei ricercatori del Fraunhofer Institute for Computer Graphics Research, avremo a disposizione computer che saranno in grado di sentire il nostro stato d’animo e “venirci incontro” prima che la rabbia prenda il posto della frustrazione. Tutto ciò sarà possibile grazie a speciali equipaggiamenti (dei guanti “sensibili”, una videocamera per rilevare la postura, sensori vari per altri rilevamenti) attraverso i quali il nuovo computer delle emozioni – che sarà presentato all’edizione 2006 del CeBIT, il prossimo marzo - potrà registrare il battito cardiaco, la pressione sanguigna, la temperatura corporea o la frequenza del respiro di chi in quel momento è seduto di fronte al monitor, e in base a tali dati stabilire poi quale sia il suo umore. Così, attraverso l’analisi dello stato emotivo, l’assistente digitale sarà in grado di collaborare con l’utente rispondendo alle sue richieste in modo mirato - a seconda del maggiore o minore livello di stress rilevato - portandolo alla rapida risoluzione di problemi ed errori.
INTERAZIONE ANTISTRESS - Gli esperti ritengono che l’interazione “emotiva” con la macchina metta a proprio agio l’individuo, rendendolo più sicuro di sé. In questo caso, quindi, la capacità di seguire e analizzare passo dopo passo l’attività dell’utilizzatore permetterà al computer di “salvarsi la pelle” - evitando che mouse, tastiere e quant’altro finiscano scaraventati a terra durante un eccesso d’ira - ma al tempo stesso consentirà all’utente di comprendere più a fondo il funzionamento di hardware e software. La maggiore conoscenza porterà quindi a commettere meno errori e, di conseguenza, a non desiderare l’annientamento del povero, sensibile Pc.
Fonte: Corriere della Sera
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